Basta repressione sugli spazi sociali

Il Comune dei commissari straordinari continua a inviare lettere con cui intima alle realtà sociali e le associazioni di Roma l’abbandono dei loro luoghi storici.

In città aumentano le emergenze e le criticità, a denuncia del vuoto di politiche attive che dovrebbero tutelare i diritti costituzionalmente garantiti proprio in una fase in cui, a causa di scellerate politiche neoliberiste, vediamo invece il progressivo smantellamento finanche dei diritti fondamentali della persona.

Grazie alle tante associazioni e realtà sociali attive, a Roma esistono luoghi in cui si afferma un modello inclusivo di città; spazi in cui la solidarietà e il rispetto delle reciproche differenze costituiscono la base fondante del vivere civile e comune, in cui si costruiscono relazioni e coalizioni, per non lasciare da solo nessuno e per riacquisire e riaffermare i diritti ad avere istruzione, lavoro, casa ed a vivere quartieri in cui i rapporti siano basati sulla solidarietà tra tutti, nativi e migranti. Auro e Marco, Esc Atelier, Casale Falchetti, il Grande Cocomero, la Palestra Popolare di San Lorenzo, il Centro Ararat, Puzzle e i tanti altri spazi sociali sotto minaccia di sfratto sono realtà da tutelare che, per tutto ciò che sviluppano ogni giorno, semmai vantano crediti e non debiti.

Il vuoto di politiche sociali attive e di welfare deve essere affrontato con il confronto ed il riconoscimento reciproco, non certo con le soluzioni amministrative e tanto meno con quelle di ordine pubblico.

Fiom-Cgil Roma e Lazio