Infocamere appalta il servizio contact center, a rischio oltre 90 posti di lavoro

Infocamere S.c.p.a., la società consortile di proprietà delle camere di commercio che per conto delle stesse gestisce i servizi informatici erogati e i dati delle aziende italiane, ha avviato una gara d’appalto della durata di 2 anni, per esternalizzare i servizi di contact center di Padova e Roma. La gara, aggiudicata lo scorso 25 maggio, si è realmente conclusa nel suo iter, tra approvazione del Cda e termini del ricorso, pochi giorni fa. Il servizio è stato assegnato alla Rti (Rete Temporanea di Imprese), composta dalla cooperativa sociale Giotto di Padova e dalla Credit 2 Cash di Roma.
I dipendenti che svolgevano il lavoro all’interno di Infocamere a Roma e a Padova sono 112, di questi 13 sono stati spostati ad altri incarichi, 9 sono andati via di loro iniziativa e il restante dovrebbe essere reintegrato dalla Rti. Si tratta di lavoratori somministrati e a tempo determinato, che da anni sono impiegati in quel servizio e che potrebbero vedere cessare il contratto a tempo determinato il 31 agosto, proprio il giorno prima dell’avvio dell’appalto che cade il 1° settembre 2017.

“Per mesi organizzazioni sindacali, Rsu e Rsa, hanno chiesto a Infocamere l’attivazione di un tavolo congiunto con tutti i soggetti interessati per affrontare il tema del passaggio mediante assunzione dei lavoratori addetti da Infocamere alla Rti vincitrice e, quindi, delle condizioni lavorative successive al passaggio. L’azienda, però, ha sempre negato qualsiasi disponibilità a confrontarsi nel merito, limitandosi a dare notizia dello stato di avanzamento”, dichiarano Nidil Cgil e Fiom in una nota.
Rti si è impegnata ad assumere 90 lavoratori (in origine, nel bando erano 99 così suddivisi: 53 tempi determinati Infocamere, 46 somministrati di cui 31 determinati e 15 in staff leasing ma nel frattempo 9 hanno trovato altra soluzione). “Ignorando le rimostranze delle rappresentanze sindacali, l’azienda ha annunciato che lei stessa avrebbe parlato ai lavoratori convocandoli in un’assemblea e ‘autorizzando’ due delegati sindacali a presenziare, ma in sola veste di uditori”, proseguono i sindacati.
Dopo l’assemblea si sono tenuti dei colloqui individuali nei quali – ricostruiscono sempre i sindacati – “mediante proposta verbale, è emersa chiaramente la prospettiva di una condizione lavorativa pregiudizievole della integrità e incolumità dei lavoratori, i quali, malgrado le ampie rassicurazioni di Infocamere, hanno ricevuto proposte di assunzione mediante contratti di 3 mesi, per il tramite di un’agenzia di somministrazione, con contratti nazionali applicati aventi condizioni nettamente più sfavorevoli di quello dei metalmeccanici e della contrattazione integrativa, con la prospettiva di contratti part time, al posto dei full time attuali”.
“A fine colloquio, ogni lavoratore ha trovato nella propria casella di posta, una email delle due società con la quale chiedevano un riscontro entro lunedì 24 luglio, specificando che la mancata risposta sarebbe stata considerata un rifiuto alla proposta d’assunzione”.

“È sconcertante che un’azienda a capitale pubblico possa mettere in campo in modo così disinvolto e nel corso di una delicata gara d’appalto, comportamenti che negano qualsiasi ruolo alle rappresentanze dei lavoratori, ostacolandone le attività, malgrado sia palese il danno enorme che quei lavoratori stanno rischiando di subire”. Lo dichiara Fabio Pozzerle, coordinatore sindacale nazionale della Fiom Cgil.
“Proprio ieri mattina, congiuntamente con la Fiom, abbiamo inviato a Infocamere una richiesta urgente d’incontro per l’apertura di un tavolo con tutti i soggetti interessati, unitamente a una diffida dal formulare ulteriori proposte ai lavoratori, prima dello svolgimento dell’incontro”. Così Andrea Borghesi, segretario nazionale NIdiL Cgil.

—> Comunicato Fiom Nidil – Infocamere (pdf – 627 kb)

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