ALPITEL: PROCLAMATO LO STATO DI AGITAZIONE

ALPITEL: PROCLAMATO LO STATO DI AGITAZIONE

Con calcolo cinico e spregiudicato, lo scorso 12 dicembre, Alpitel SpA ha formalizzato l’avvio di una
procedura di licenziamento collettivo per 100 dipendenti, riconducibili alle funzioni di staff e servizi,in particolare nella sede centrale di Nucetto (CN) e Moncalieri (TO) ma con potenziali esuberi che interessano quasi tutti centri periferici lungo il Paese.
Come noto, la procedura di licenziamento collettivo (regolata dalla legge n° 223/1991, prevede un
confronto con le organizzazioni sindacali e le RSU dei siti ove sono stati individuati i potenziali esuberi ed una tempistica precisa, ovvero 75 giorni per individuare un’intesa.
I 75 giorni complessivi, a loro volta, sono suddivisi in una prima parte dedicata al confronto in sedesindacale (45 giorni) cui segue, in caso di mancato accordo, un secondo momento di confronto (30giorni) in sede istituzionale, in questo caso presso il Ministero del Lavoro a Roma (essendo i potenziali esuberi ubicati in molteplici sedi regionali).
Aprire la procedura il 12 dicembre, insensibili al calendario di fine/inizio anno, significa sottrarre alpotenziale confronto almeno 15 giorni, in cui difficilmente potranno realizzarsi significativi avanzamenti, ferma restando la disponibilità, dichiarata dalle organizzazioni sindacali e dalle RSU, a confrontarsi anche durante il periodo festivo.
Una scelta, quella dei tempi, irresponsabile ed irrispettosa delle persone dichiarate in esubero,
incuranti delle ricadute nefaste per loro e per le loro famiglie, in un periodo – quello natalizio e di
fine inizio anno – tradizionalmente improntato da ben altre azioni e sentimenti.
Proprio un bel regalo, non c’è che dire… Ma c’è di più…
Lo scorso mese di settembre, il gruppo PSC ha rilevato l’intero pacchetto azionario di Alpitel con
l’obiettivo di rilanciare la storica azienda, mantenendone il brand inserendone le attività del segmento TLC a completamento dell’offerta commerciale già in portafoglio.
Nell’unico incontro con la nuova proprietà, lo scorso settembre, i referenti aziendali hanno declamato per sommi capi le volontà di sviluppo, non escludendo una riorganizzazione mirata, chiedendo il tempo necessario ad un’analisi approfondita di Alpitel (finanziaria, patrimoniale ed organizzativa) con l’impegno preciso ad una riconvocazione del tavolo di confronto per l’illustrazione del cosiddetto Piano industriale. Cosa mai avvenuta!
Con stile da “singolisti”, incuranti del livello delle relazioni e delle intese sindacali in essere, la nuova proprietà ha unilateralmente sospeso l’applicazione dello smart working ed avviato l’accorpamento delle sedi (PSC-Alpitel) senza comunicazione alcuna e/o confronto preventivo con le organizzazioni sindacali e/o con le RSU.
Successivamente, la doccia fredda, con l’avvio della procedura inerente i 100 esuberi, con le modalità sopra evidenziate.
Leggendo la procedura, nel ritrovare elementi ricorrenti ad altre recenti vertenze afferenti al settore TLC, balza all’occhio il pressoché totale disimpegno circa le ricadute sociali delle 100 persone dichiarate in esubero, con la sola laconica, per non dire beffarda disponibilità ad ascoltare i suggerimenti provenienti dalle organizzazioni sindacali.
Non funziona così, per fortuna…
Per quanto la 223/91 mantenga dei tratti assolutamente favorevoli alla libertà d’impresa, nella
gestione delle procedure di riduzione di personale, la legge impone all’azienda di preoccuparsi delle richiamate ricadute sociali, che non possono essere ricondotte alla (più o meno facile) auto
ricollocazione del personale dichiarato in esubero, in virtù dell’alta professionalità maturata in Alpitel.
Nell’incontro odierno, svoltosi presso Assistal a Milano, abbiamo denunciato quanto sopra evidenziato chiedendo che il confronto prosegua nella sede datoriale per la parte inerente all’analisi di dettaglio degli esuberi e delle figure professionali ad essi collegati, e presso il Ministero dello Sviluppo Economico, per il confronto sul Piano industriale in primis e al fine di individuare soluzioni alternative al licenziamento collettivo.
Al pari di analoghe vertenze composte nel recente passato, occorre mettere in atto tutti gli strumenti di ammortizzazione sociale, riconversione professionale, ricollocazione interessando anche le istituzioni locali (Regione Piemonte in particolare) ed agendo sul fattore tempo, permettendo così l’utilizzo di ammortizzatori sociali conservativi che accompagnino il percorso di riorganizzazione aziendale.
Va da sé che Alpitel non può sottrarsi dal venire incontro ai dipendenti inseriti nel percorso di
ristrutturazione, individuando e mettendo a disposizione adeguate risorse proprie, tali da integrare le forme di sostegno al reddito che saranno congiuntamente individuate.
A partire da questa ennesima vertenza, infine, va ulteriormente e congiuntamente sollecitata
l’apertura di un tavolo di settore delle TLC, un segmento strategico dell’economica italiana che, un
pezzo alla volta, sta mostrando segni di dismissione più che di sviluppo.
Pertanto, a sostegno delle rivendicazioni sopra esposte e a tutela delle 100 persone dichiarate in
esubero da Alpitel, il coordinamento delle RSU e delle organizzazioni sindacali dichiara l’apertura
dello stato di agitazione, con il blocco immediato delle prestazioni supplementari e
straordinari eccedenti il normale orario di lavoro.
Per illustrare compiutamente l’esito dell’incontro odierno, nei prossimi giorni saranno svolte
assemblee territoriali in sciopero, avviati i confronti con le istituzioni locali e formalizzata la
richiesta d’incontro urgente presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
La Delegazione Trattante e l’azienda si ritroveranno in data 09 Gennaio 2020 presso Assistal Milano al fine di proseguire il confronto.
Roma, 17 dicembre 2019
FIM FIOM nazionali e territoriali Il coordinamento delle RSU Alpitel

Comunicato Fim Fiom Alpitel 17 12 2019